Articoli con tag: scultura

Ho sempre preferito le ossa ai muscoli

Ho sempre preferito le ossa ai muscoli. Attraverso la danza ho voluto modellare il mio scheletro, raggiungere l’essenziale allontanandomi dalla superficie. Scultrice di ossa invisibili oltre che coreografa. Soltanto Isamu Noguchi ha capito la mia passione per la struttura ossea.

Ho sempre preferito le ossa ai muscoli

Ho sempre preferito le ossa ai muscoli. Attraverso la danza ho voluto modellare il mio scheletro, raggiungere l’essenziale allontanandomi dalla superficie. Scultrice di ossa invisibili oltre che coreografa. Soltanto Isamu Noguchi ha capito la mia passione per la struttura ossea.

Almanacco estivo

Materiali da costruzione in blocchi bucherellati di tufo, che ospitano la vita di larve e insetti, anche dopo anni di lontananza dalla cava da cui sono stati estratti. O materiali grezzi come la pietra; quando appena rosata, farinosa e morbida

Almanacco estivo

Materiali da costruzione in blocchi bucherellati di tufo, che ospitano la vita di larve e insetti, anche dopo anni di lontananza dalla cava da cui sono stati estratti. O materiali grezzi come la pietra; quando appena rosata, farinosa e morbida

Una tra tante

Non soffro la solitudine. Ho solo paura del vuoto. All’improvviso, inatteso, il vuoto mi afferra alla gola, mi stringe il collo, mi soffia intorno come quel venticello gelido che fa venire la pelle d’oca alla superficie del mare e la

Una tra tante

Non soffro la solitudine. Ho solo paura del vuoto. All’improvviso, inatteso, il vuoto mi afferra alla gola, mi stringe il collo, mi soffia intorno come quel venticello gelido che fa venire la pelle d’oca alla superficie del mare e la

Arte contemporanea in Salento

Nel 2007 ho avuto occasione di visitare nel New Museum newyorkese nella Bowery, una grande mostra di arte contemporanea dedicata al riciclo, al recupero e riutilizzo degli innumerevoli scarti prodotti dalla società dei consumi ai quattro angoli del globo: Unmonumental:

Arte contemporanea in Salento

Nel 2007 ho avuto occasione di visitare nel New Museum newyorkese nella Bowery, una grande mostra di arte contemporanea dedicata al riciclo, al recupero e riutilizzo degli innumerevoli scarti prodotti dalla società dei consumi ai quattro angoli del globo: Unmonumental:

Salome

Ho voluto la testa, l’ho pretesa. Ho danzato per averla; fino allo sfinimento. Percuotendo il suolo con i piedi, all’inizio piano, poi sempre più freneticamente e con rabbia, fino a saltare, girare, vorticare, stillando sudore tutto intorno, verso il chiarore

Salome

Ho voluto la testa, l’ho pretesa. Ho danzato per averla; fino allo sfinimento. Percuotendo il suolo con i piedi, all’inizio piano, poi sempre più freneticamente e con rabbia, fino a saltare, girare, vorticare, stillando sudore tutto intorno, verso il chiarore

Isadora, j’adore

Non è stata la sola giovane ragazza americana di buona famiglia a sbarcare in Europa in cerca di successo; si può dire che in quegli anni ne arrivassero a frotte, e di molte si è perso il ricordo. Isadora, però,

Isadora, j’adore

Non è stata la sola giovane ragazza americana di buona famiglia a sbarcare in Europa in cerca di successo; si può dire che in quegli anni ne arrivassero a frotte, e di molte si è perso il ricordo. Isadora, però,

C’era una volta e c’è ancora

Quando la piccola Louise nacque, molte fate si chinarono sulla sua culla a spiarne benevolmente il respiro; una soltanto però, ebbe l’onore di diventare la sua madrina. Non toccò alla fata Turchina né a Carabosse; non fu Trilly né Melusina.

C’era una volta e c’è ancora

Quando la piccola Louise nacque, molte fate si chinarono sulla sua culla a spiarne benevolmente il respiro; una soltanto però, ebbe l’onore di diventare la sua madrina. Non toccò alla fata Turchina né a Carabosse; non fu Trilly né Melusina.

Tavola surrealista

(pensando con affetto a Rosaria S.) A. Giacometti, Tavola surrealista, 1933 Ho messo all’asta me stessa, un pezzo alla volta. Per liberarmi dal dolore, ho reciso con precisione chirurgica  i piedi e le gambe; il bacino, il tronco, una mano.

Tavola surrealista

(pensando con affetto a Rosaria S.) A. Giacometti, Tavola surrealista, 1933 Ho messo all’asta me stessa, un pezzo alla volta. Per liberarmi dal dolore, ho reciso con precisione chirurgica  i piedi e le gambe; il bacino, il tronco, una mano.