Gesti femmini(li)sti

Sono rimasta  ipnotizzata da questo vecchio video di un’artista americana, Martha Rosler, della quale, confesso, a mala pena conoscevo il nome. Ciondolavo distrattamente per le sale dell’ultima mostra proposta dalla GNAM di Roma, dal titolo esplicito, Donna: avanguardia femminista negli anni ’70, pensando, e sentendomi colpevole nel pensarlo, a come una collezione di opere  a tema, possa risultare scientificamente interessante ma poco accattivante.

Poi, passo davanti al piccolo schermo dove è trasmesso a ciclo continuo questo lavoro del 1975 e comincio a osservarlo. Con  apparente noncuranza un paio di visitatori si fermano come me e si mettono a guardare il filmato  proprio da vicino vicino, come se si trattasse di un codice miniato. Curioso, no?  Inforcano gli occhiali, leggono il nome sul cartellino ( questo l’ho fatto anch’io, mica ci vedo più benissimo!), si guardano alle spalle, cioè mi guardano, sospettosi, e si allontanano in punta di piedi.

Respingente , lo è di sicuro. Apparentemente costruito come una sequenza innocua di gesti  appropriati a determinati utensili da cucina, in un bianco e nero datato e con una camera fissa, didascalico, è privo di colonna sonora, di orpelli, di tutto quello a cui siamo ormai così avvezzi, tanto da apparire noioso. In realtà lo percepisco come noioso e me ne vado.

Però torno qualche giorno dopo, perchè mi accorgo di ripensarci spesso, riandando a quegli anni, a come ero io allora, a cosa sentivo addosso di tutta la marea di ribellione  femminista che montava… a quanto ero troppo piccola e  troppo concentrata su di me per accorgermi che la coscienza delle donne stava proprio in quel momento storico prendendo corpo.

E’ un lavoro sul corpo diverso da quello di altre artiste presenti in mostra. Il corpo di Martha Rosler non è esibito, non è spogliato, non è brutalizzato o erotizzato; indossa un grembiulone nero e di lei si vede  un po’ più del mezzo busto, dietro a un tavolo da cucina ingombro di pentole, apriscatole, fruste, mestoli  misurini per la farina e per i liquidi, mattarelli per tirare la sfoglia. Si concentra sul gesto giusto procedendo in ordine alfabetico.  La rabbia che prova si libera solo nelle periferie del suo corpo, proprio mentre rivive, con la meticolosità di un atlante linguistico illustrato, gesti condivisi dalle donne per secoli. Le ultime lettere dell’alfabeto le apparecchia con le posate: coltello, forchetta, grandi movimenti che coinvolgono il busto e la testa e una zeta  tracciata in aria come un fendente. Il pranzo è servito, punto.

Un Commento

  1. Cara Monica, io l’ho trovato drammatico questo video, in quei gesti asciutti e precisi ma ferocemente arrabbiati, e l’assenza di musica e la camera fissa accentuano quest’impressione! Erano tempi di battaglie fondamentali – e posso dire che mia madre le ha combattute per me – anche se a me capita di dimenticare che oggi sono ancora da conquistare, anche nella nostra società, molti traguardi. E tra l’altro oggi si tendono a fare solo battaglie individuali, purtroppo.

  2. monicavannucchi

    @Tania, hai ragione, è drammatico, perciò mi ha ipnotizzato. e hai ragione anche sulla solitudine delle battaglie odierne…Ma è grazie anche a quelle ragazze di allora, come la Rosler ( e tua madre) se noi oggi possiamo permetterci meno rabbia e una consapevolezza più serena e vissuta in “leggerezza” ( si fa per dire!!) dei nostri diritti e del nostro status. E se possiamo giocare con i robot da cucina e con il minipimer 🙂 credo sia importante ricordarselo, anche riguardando lavori come questo, non sei d’accordo?

  3. monicavannucchi

    @ Tania, be’, mi viene un dubbio: forse non sono riuscita a descrivere bene lo scarto provato tra il primo momento percettivo ( quello in cui è emerso in me il rifiuto di tanta violenza repressa ) e un secondo momento di autentica fascinazione per un atto artistico di forte denuncia… chiedo venia!

  4. Sai cosa mi colpisce? E’ la mancanza di rabbia nel viso, negli occhi perché tutta trasperita nei gesti.
    Impressionante.

  5. monicavannucchi

    @Matilde, è una forma di “straniamento”…ciao

  6. Sì, certo. Allora diciame meglio: è la maestria con cui lo fa. E’ quello il suo gesto artistico.

  7. grazie, non conoscevo la Rosler. E’ incredibile come gli artisti americani negli anni ’60 – ’70 abbiamo detto tutto ciò che si poteva dire, e abbiano tracciato un nuovo punto di partenza per nuove modalità del fare arte…

  8. monicavannucchi

    Ciao giovanni, forse farò un salto a Milano, così magari ci vediamo, che ne dici?

  9. Giacomo

    Ciao Monica, ti scrivo sul blog perché l’e-mail legata al sito credo abbia qualche problema. Sono Giacomo Avanzi, allievo dell’accademia 2002/2005. Sono passati diversi anni dai tempi di via Bellini, ma conservo ancora vivo il ricordo delle tue lezioni e di ciò che si poteva scoprire al loro interno. Grazie al passaparola telematico avevo saputo del tuo seminario con Beth Escudè a Venezia e mi ero iscritto, ma qualche giorno fa Veneziainscena mi ha chiamato dicendomi che sarebbe saltato per insufficiente numero di iscrizioni. Perciò, se in futuro riproporrai qualche seminario, continua a far girare mail e pubblica info sul blog e sul sito… anche per i tuoi visitatori silenziosi! 🙂
    Un saluto,

    Giacomo

  10. monicavannucchi

    Ciao Giacomo, che bello sentirti! sì, la mail del sito non è corretta, devo provvedere…Certo che ti farò sapere, intanto sono contenta di saperti tra i lettori!

    @Giovanni, per ora anche la venuta a Milano è rimandata; dovevo venire per la Lulu di A. Berg alla Scala, ma non ho trovato biglietti. Comunque troverò un’altra occasione , spero presto. ciao!

  11. Daina

    un passaggio veloce, un saluto.
    bellissimo video.
    daina.

    Matilde sa leggi un bacio a te 🙂

  12. monicavannucchi

    Ciao Daina, un bacio sulla punta del naso a A. e F.

  13. flaminia

    il video è abbastanza inquietante e mi sembra che l’effetto sia dato anche o soprattutto dal fatto che riesce a mantenere una certa rigidità nel busto in contrapposizione ai grandi movimenti che compie con le braccia,e sicuramente anche lo sguardo fisso,l’assenza di rumori e il tono deciso influiscono sul risultato….c’è una domanda che vorrei farle…ho notato che ci sono due movimenti che si ripetono spesso:quando usa mestoli o pentole fa come segno di buttarsi alle spalle il contenuto di questi e invece con gli oggetti contundenti tende a “pugnalare” nel vuoto…volevo sapere se questi gesti hanno un significato simbolico particolare…Grazie!

    • monicavannucchi

      @flaminia, guarda che on line ci si da del tu! Provo a rispondere, ma quella che esprimo è solo una mia idea: mestoli o pentole sono oggetti concavi, uterini, di contenimento, perciò inducono meno all’aggressività (vuole buttarsi alle spalle il tradizionale ruolo femminile? chissà!); mentre coltelli, batticarne o simili sono per l’appunto contundenti, come tu dici, e hanno funzioni aggressive, come tagliare, battere, percuotere. L’artista li utilizza nel video in maniera simbolica, esaltandone il potenziale più “maschio”. La Rosler non è una danzatrice, ma un’artista visiva che usa più media, e si è molto dedicata al ruolo delle donne. Per me è una scoperta recente e mi appassiona moltissimo. Sono contenta che anche la tua attenzione sia stata calamitata dal suo lavoro. ciao, monica

  14. barbara

    …ah ah ah scusa monica ma “flaminia on line ci si da del tu ..” mi ha fatto molto ridere…
    comunque e’ proprio grazie a flaminia che ho visto questo video..che trovo inquietante,potente e al contempo un po’ noioso.Per 4 mesi l’anno scorso ho lavorato ad una sorta di studio con una compagnia di teatro danza,il tema la donna nell’immaginario maschile e femminile,la donna annientata.si partiva dal Leviatano..ti dico solo questo.Ecco io nell’alienazione che ha evidenziato flaminia,come anche nella violenza e nella precisione dei gesti ho rivissuto un po’ la mia esperienza e debbo dire che sono ancora convinta che tutto cio’ non sia efficace.secondo me si e’ troppo abituati a vedere donne alienate e alienanti,monocordi e apatiche,sopratutto in eta’ avanzata,che quasi non ci si accorge,purtroppo che tutto cio’ invece vuole essere sottolineato…ovviamente il video va contestulizzato,ma avendo lavorato oggi con simili dinamiche..mi dico ancora?? forse era solo il corso sbagliato.
    non ho certo la soluzione..ma..

    • monicavannucchi

      @barbara, il video della Rosler è degli anni Settanta! bisogna tenerlo presente; oggi sarebbe forse “stonato”, credo, per quanto… certi concetti non si sottolineano mai abbastanza. Tra poco forse parlerò di un’altra “casalinga” in scena. abbi fede! monica

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